Il Calendario dell’Avvento di Backdoor 2019 – 20 dicembre

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20 dicembre – Paolo Spaccamonti “Ablazioni”

https://www.youtube.com/watch?v=9QwOuseo4lA

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Non mi stancherò mai di ripeterlo, Paolo Spaccamonti è il miglior talento musicale italiano degli ultimi anni.

Nella mia recensione del suo “Volume Quattro” su Rumore dicevo: “Più che sperimentazione, qui c’è alchimia, l’arte di trasformare i dettagli in costruzione, di trasmettere portando via o alternando le briglie della tensione. Un lavoro eccellente per capacità descrittiva. C’è una narrazione pura in tutto Volume Quattro, suggerita anche da titoli efficaci e da un suono che è solo questo”

Ma ho pensato che fosse meglio chiederlo direttamente a lui. Ecco Paolo.

-Descrivi il tuo disco a chi non sa niente di niente
“Volume quattro” è il mio quarto disco solista. A differenza dei precedenti è nato spontaneamente e senza troppo rifletterci. L’idea era di portare dei canovacci in studio e sperimentare, sfruttando diversi amplificatori, microfoni e chitarre d’epoca. Non ci sono ospiti e non ci sono singoli. E’ prevalentemente un disco di chitarre, prodotto dal sound designer Gup Alcaro. Si potrebbe dire che sia un flusso di coscienza, una sorta di concept sull’inverno e sul cambiamento, ma senza parole. Il titolo è un omaggio ai Black Sabbath ed al loro “Volume IV”, ma i paragoni con i miei personali Fab Four si fermano qui”.
-A chi bisognerebbe regalarlo a Natale?
“A chiunque abbia voglia di dedicarsi all’ascolto di un disco, quindi non necessariamente ad amanti della chitarra. Anzi, sarebbe interessante regalarlo a tutti quelli che un pò detestano i dischi di chitarre, me compreso. Ad ogni modo non porrei limiti: per quanto di nicchia, credo di poter affermare che la mia musica sia potenzialmente in grado di arrivare a chiunque”.
-Il regalo che vorresti per Natale
“Un giradischi in cui risuoni “I Had A Wonderful Time” di Daniel Knox all’infinito. Mi sembra una perfetta colonna sonora per questi giorni; risalta l’aspetto più amaro del Natale pur facendoti sorridere. L’assolo di Room Key è un bel sorriso”.


Il Calendario dell’Avvento di Backdoor 2019 – 19 dicembre

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19 dicembre – Ghost Funk Orchestra “Seven Eight”

https://www.youtube.com/watch?v=XwDMGQSn6Os

Ghost Funk Orchestra, The Footlight, 12/08/18

Serve qualcosa per “riscaldare” l’ambiente?

Pronti via, ecco la Ghost Funk Orchestra, da New York.

Il soul con voce femminile della Rotary Conncetion, funk tirato, un tocco di psichedelia 60s, gli arrangiamenti aperti di David Axelrod, cosmic jazz, suggestioni cinematografiche, fiati e piano elettrico.

Bomba groove dell’anno

Intanto Natale si avvicina e fioccano le richieste.

-”Siete un negozio di dischi?”

-”Sì, lo siamo”

-”Bene, allora mi servirebbe un manuale per elettricisti. Che sia ben completo, cortesemente”.

e alè

-”Salve, avete il cd “Il mese del Rosario” di Flo?”

-”No, mi dispiace”

-pausa-

“E allora andate all’inferno” (innervosito)

pensandoci, ha anche una sua logica.

E poi. Entra, è uno sconosciuto totale, mai visto prima. “Scusi, è già passato mio cognato?”

“Non saprei, temo di non conoscere Lei, si figuri suo cognato”

“Ah, stia tranquillo che se fosse passato se ne ricorderebbe!”

Esce, avvolto nel mistero di questa pantomima.

speriamo di arrivare integri al 24…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Il Calendario dell’Avvento di Backdoor 2019 – 18 dicembre

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18 dicembre – The Kinks “Village Green Preservation Society”

https://www.youtube.com/watch?v=e3nvJ2hmaUI

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Uno dei  miei sentimenti preferiti è la nostalgia.

Uno dei miei gruppi preferiti sono i Kinks.

Il loro disco che amo di più è “The Kinks Are The Village Green Preservation Society”, incentrato interamente sulla nostalgia per una vecchia Inghilterra che sta scomparendo.

Bingo, tutto torna.

Com’è noto, il disco è una sorta di concept su un villaggio rurale inglese, forse situato nel Devon. Ma lì, tra quei prati dove si gioca a cricket, Ray Davies (sempre sia lodato), inserisce alcuni dei suoi temi classici: il tempo che passa inesorabilmente, gli amici di infanzia ormai persi di vista, la natura non azzannata dalla città e gli ultimi treni a vapore. Quest’esibizione è del 1973, cinque anni dopo l’uscita dell’album, e ci sono baffi e, soprattutto, maglioni straordinari. I due fratelli Davies incrociano le voci e dietro a loro ci sono fiati spettacolari. Cantano una cosa come ”Dio salvi i piccoli negozi, le tazze in porcellana cinese e la verginità”. Mi sono sempre domandato se la Regina Elisabetta fosse informata sui Kinks.

La nostalgia è una brutta bestia, ma solo per chi non la conosce. Presuppone che ciò che ti manca ti sia  piaciuto molto in passato. Quindi ne culli il ricordo, lo “mantieni” con dolcezza.  E se lo fai con i Kinks di sottofondo, funziona ancora meglio.

Diciamolo: chi altri potrebbe concepire una rima come:

We are the Sherlock Holmes English-speaking Vernacular
God save Fu Manchu, Moriarty and Dracula

nessuno, chiaramente. E allora, sempre e comunque: God Save The Kinks

God save Donald Duck, vaudeville and variety
We are the Desperate Dan Appreciation Society
God save strawberry jam and all the different varieties
Preserving the old ways from being abused
Protecting the new ways, for me and for you
What more can we do?
We are the Draught Beer Preservation Society
God save Mrs. Mopp and good old Mother Riley
We are the Custard Pie Appreciation Consortium
God save the George Cross, and all those who were awarded them
Ooh ooh ooh
Ooh ooh ooh
We are the Sherlock Holmes English-speaking Vernacular
God save Fu Manchu, Moriarty and Dracula
We are the Office Block Persecution Affinity
God save little shops, china cups, and virginity
We are the Skyscraper Condemnation Affiliates

 

 

 

 

 

 


Il Calendario dell’Avvento di Backdoor 2019 – 17 dicembre

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17-dicembre – Kevin Morby “OMG Rock’n'Roll”

https://www.youtube.com/watch?v=jJ4P2EDL-VA

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Alla fine è lui, il mio disco dell’anno: “Oh My God” di Kevin Morby. Cos’ha di speciale? Niente e tutto. Richiama Lou Reed, Dylan, Todd Rundgren, Brian Wilson e Randy Newman. E già basterebbe, ma soprattutto ha grandi canzoni. Ballate acustiche rotte da un sax o un assolo improvviso alla Wilco, impennate elettriche, stratificazioni pop. Parla di religione, talvolta e in un modo sghembo e allucinato da americano tipico. Cresce ad ogni ascolto. Cosa possiamo chiedere di più a un disco? E lo so, già sento “eccolo qui che ha ficcato i soliti due accordi alla Velvet”. Vero. Ma sarà mica un’aggravante, spero? Così vi beccate anche questo bonus, che un ripasso non fa mai male.

https://www.youtube.com/watch?v=2N1rWbt0lf4

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Il Calendario dell’Avvento di Backdoor 20019- 16 dicembre

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16 dicembre – Weyes Blood “Everyday”

https://www.youtube.com/watch?v=AJ-BFlTo5ag

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Passato un buon weekend? Spero migliore di quello del video di Weyes Blood (aka Natalie Laura Mering), piuttosto Lucio Fulci, a dirla tutta.  “Titanic Rising” è uno dei picchi del 2019. Cantautorato 70′s (Laura Nyro quando è supportata dai fiati? i Carpenters?) giocato tra estasi pop e apocalisse dietro l’angolo. Il Natale si avvicina e, inevitabilmente, fioccano le richieste disperate e disparate. Una delle migliori: “Avete dischi di Mia Marini quando era ancora viva?”. Attenti, perché è sottile. Sottintende che cosa? Forse la possibilità che ci mandino inediti dall’aldilà (pensate che sviluppo, per il mercato discografico)? Desiderava qualcosa del suo periodo artistico ancora “propositivo”? Non voleva raccolte? Chissà. Meno criptica, ma notevole anche “Avete una bella raccolta in dvd di Renato Rascel. Ma fatta bene?”. Dritta, precisa, in barba all’indie rock, al rock sotterraneo e persino a Weyes Blood. Alè.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Il Calendario dell’Avvento di Backdoor 2019 – 15 dicembre

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15 dicembre -The Specials featuring Saffiyah Khan “Ten Commandments”  (Live at The 100 Club, London)

https://www.youtube.com/watch?v=CrwZYTqMky0

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Nel 2017, le foto di questa ragazza che fronteggia un militante dell’estrema destra inglese, hanno fatto il giro del mondo. Lei sorride e non arretra di un centimetro di fronte alle offese del tipo dell’English Defense League. E, per giunta, indossa una t-shirt degli Specials. Si chiama Saffiyah Khan, è nata in Inghilterra, ed è figlia di genitori pakistani e bosniaci, all’epoca ha 18 anni. Terry Hall, il cantante della band ska di Coventry, la chiama e le affida il compito di cantare e modificare il testo di “Ten Commandments of Man”, un classico di Prince Buster. La canzone finisce sul disco (eccellente e vergognosamente poco considerato) di ritorno degli Specials di quest’anno, “Encore”, quindi vanno in tour insieme. La bellezza dell’insieme è evidente, ma qui, nel blog di Tony Face

http://tonyface.blogspot.com/2019/04/the-specials-e-saffiyah-khan.html

(leggenda mod italiana e autore di ottimi libri musicali), trovate qualche dato in più.

Gli Specials sono una delle mie band eroiche. Ho imparato ascoltandoli il valore di un concetto come “multirazziale”. Il loro esordio, oltre a essere uno dei dischi migliori di tutti i tempi, è stato anche uno dei primi che ho comprato. Avevo compiuto da poco quattordici anni e sono andato in un piccolo negozio che stava nel sotterraneo di un enorme rivenditore di elettrodomestici e hi-fi del mio quartiere. Avevo pochi soldi e idee confuse. Andai dal commesso con due dischi in mano e gli chiesi “Tu quale mi consiglieresti?”. Lui mi ha guardato e poi ha risposto “Sono entrambi molto buoni, ma per questo c’è tempo”. Era “Rust Never Sleeps” di Neil Young. “Dammi retta, compra questo e divertiti”. E, ovviamente era “The Specials”. Chissà che fine ha fatto, ma ovunque tu sia, grazie ancora per la dritta.

 

 

 

 

 



Il Calendario dell’Avvento di Backdoor 2019 – 14 dicembre

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14 dicembre – Kate Tempest “People’s Faces”

https://www.youtube.com/watch?v=TSMffdtyOwI

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Anche quando sono debole e mi sto per spezzare

e starò piangendo alla stazione ferroviaria

perché posso vedere i tuoi volti

C’è così tanta pace da trovare nei volti delle persone

Bè, in Inghilterra è andata come temevo, forse persino peggio. Diciamo che questo è il commento che faccio più o meno su tutto quello che accade nel mondo. Sentirsi rifiutati da quell’Isola, che tanto amiamo (bastano musica e calcio?) non è una bella sensazione. Forse dovrebbe insegnarci qualcosa il concetto di “sentirsi rifiutati”. Che gran tristezza. Come mi consolo? Nel solito modo, cerco rifugio e consolazione tra i dischi, tra quello che mi dicono. In quello che provano a cambiare, anche solo a modificare leggermente. Lo so, la musica forse non ha più quel potere, però . Chissà. Per dire, io credo in Kate Tempest, nel suo accento cockney, nella sua rabbia mista alla dolcezza che in quegli anni non puoi avere ancora smarrito del tutto. Migliaia di parole le sue, anche nei libri, sempre precise, malinconicamente taglienti. Ecco, lei è una delle mie speranze

London Call(ing)? Kate Answers

bonus:

https://www.youtube.com/watch?v=ffxrCDvJ8LI

Europe Is Lost. Epitaffio in rime e groove.

 


Il Calendario dell’Avvento di Backdoor 2019 – 13 dicembre

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13 dicembre – Kit Sebastian “Mantra Moderne”

https://www.youtube.com/watch?v=LS4s3KeV9Y4

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Uno degli aggettivi che mi inquietano maggiormente è “particolare”. Arriva sempre qualcuno, vagamente annoiato, un amico, un cliente e ti dice “Tu che ascolti tanta musica, cos’è uscito di… particolare?”. Non esiste risposta a questa domanda. O quantomeno non esiste una risposta che possa soddisfare chi la formula. Posto che magari tu è da una settimana che fai girare soltanto i vecchi dischi di Paul McCartney sul tuo stereo, non riuscirai MAI a stupirlo. MAI. Cominci a snocciolare nomi che vanno dalla scena elettronica underground di Glasgow al neo folk degli Appalacchi. Ma non va. Lui ribadisce il concetto “Non male, ma cercavo qualcosa di più…particolare”. Ok amico, da quanto non compri un disco? Da quanto non vai a un concerto? Da quanto non aggiorni il tuo concetto di musica particolare (vedi Doors, Clash, Joy Division, Massive Attack, abitualmente..). Quindi, date retta a me, non impegnatevi. Fingete uno svenimento, piuttosto. Non cadete nella trappola. Oppure, ma non andate oltre, suggerite i Kit Sebastian. Merve Erdem e Kit Marvin, francesi e londinesi, con qualche ascendenza turca, sono definibili come Tropicalia Anatolica (non male, no?). Vale a dire il retro futuro alla Stereolab, cool jazz, funk turco, lo-fi samba, ye ye 60′s, Farfisa e Tablas. Il loro esordio, Mantra Moderne è una delle migliori sorprese dell’anno. Fenomenale.

Anzi, particolare.

 

dedicata al nostro amico Antonio M., che combatte supportato dai suoi magnifici vinili

 

 

 

 

 

 


Il Calendario dell’Avvento di Backdoor 2019-12 dicembre

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12 dicembre – Purple Mountains “All My Happiness Is Gone”

https://www.youtube.com/watch?v=XvUBbROsXBw

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Ok, scusate. Non dovrei scegliere canzoni tristi e storie tragiche. Ma questo è un tributo necessario. La vita di David Berman è stata ricca e molto complicata. Ha fatto bei dischi sotto il nome di Silver Jews, scritto libri, ispirato i Pavement, disegnato cartoon, ed è riapparso quest’anno con un lavoro  intitolato come il suo nuovo progetto, Purple Mountains. Un disco bellissimo. Ma prima aveva sperimentato droghe, disagi personali, tentato il suicidio e rifiutato le cure (per correre al Loews Vanderbilt Hotel di Nashville e domandare la stanza dove Al Gore aveva preso residenza durante le elezioni perse nel 2000. Voleva morire lì…). Si era ripulito, ma aveva accumulato una enorme cifra di debiti. “Purple Mountains” è stato acclamato ovunque, ma David, poco prima di partire per il tour, si è ucciso nella sua stanza di Brooklyn. “Sad Song”, direbbe Lou Reed a cui, molto spesso, David assomigliava nelle ballate e nel tono della voce. Questo video è un addio preciso. Il testo non mente, guardiamolo negli occhi e ricordiamoci di lui.

 

 

 

 

 


Il calendario dell’Avvento di Backdoor 2019 – 11 dicembre

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11 dicembre-The Verlaines “Death And The Maiden”

https://www.youtube.com/watch?v=P96cFKd4irY

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Del pop neozelandese anni ’80 e di come sia giusto considerarlo uno dei grandi miracoli dell’umanità, parlo nel My Tunes (la mia longeva e vergognosamente autobiografica rubrica) del numero di Rumore https://rumoremag.com/ in edicola questo mese. Ma lì racconto i Chills e davvero non potevo immaginare di non dedicare un po’di gloria ai Verlaines, da Dunedin, la terza capitale dell’indie pop mondiale (le altre due? bè, ovviamente Glasgow e Olympia). Death And The Maiden, 1982,  è un inno assoluto e questo dovrebbe esservi chiaro dopo averla ascoltata, ma fissiamo insieme alcuni punti fondamentali.

1- l’importanza di alcune domande poste nel testo:

Ti piace Paul Verlaine?
Pioverà oggi?
Dobbiamo fare una foto?

2-sono tutti bellissimi

-Graeme Downes, che canta come un attore maledetto della Nouvelle Vague.

-Jane Dodd, incantevole bassista (oggi produce gioielli. Nel 1982 anche…) -prego andare a 3:48 quando fa il coro.

-la sequenza di volti femminili che scorre da 3:50 in poi. Cinematografia pura.

3-la presenza e l’importanza dei conigli

assolutamente riveriti e accarezzati

4-il tipo in montone e cravatta

a-chi l’ha invitato? (è palesemente fuori contesto)

b-l’aria (stile – eccomi qui, dai che stasera si carica) che assume a 2:20

c-lo sbadiglio da grullo totale a 2:34

d-che fine fa?

5-tutti che ballano benissimo

dai, è vero. Quello sulla finestra, poi. Imbattibile

6-il titolo

lo stesso di un dipinto di Egon Schiele, dove una donna abbraccia uno scheletro. Giocatevela in società, questa.

7-il verso finale

Finirai come Rimbaud
Fatti sparare da
Verlaine, Verlaine, Verlaine, …

che meraviglia.