Backdoor Antivirus 44
L’aruspice esercitava la sua arte divinatoria esaminando fegato e intestino degli animali sacrificati. Lì individuava eventuali segni divini e conseguenti norme di comportamento per il futuro.
Il Polpo Paul (2008-2010) prediva i risultati della Nazione di calcio tedesca durante i Mondiali del 2010 direttamente dal suo acquario a Oberhausen.
Io mi affido all’autoradio.
Mi spiego meglio. Quando ho dei dubbi, faccio partire una mista di Classic Rock e metto la funzione random. L’avevo preparata quasi per caso e messa in una chiavetta USB (possiate essere maledetti voi progettisti di automobili che ci avete privato del lettore cd) da portarmi dietro nell’ultimo viaggio fatto in America. Andavamo a trovare mia figlia, nello Stato di Washington. Durante gli spostamenti, nella mia bella Chevrolet azzurrina, guidavo sereno tra le conifere con “Brown Eyed Girl” di Van Morrison o “Pale Blue Eyes” dei Velvet Underground. Non un clacson o un pirla che tagliasse la strada, nulla disturbava il dolce scorrere di “It’s Too Late” di Carole King. Un paradiso.
Tornato a casa, ho un po’accorciato il numero di canzoni, ma lo scrigno Classic Rock è sempre rimasto a rassicurarmi. Quando ho dei dubbi, ripenso a quel periodo felice e faccio partire a caso la mia mistona. Se ho delle domande, lì dentro trovo sempre le risposte. Sempre.
Così, mentre diluvia sul tettuccio della macchina e in giro non c’è ne nessuno, mi attanaglia un filo di tristezza e cerco conforto.
Play.
Ecco, esatto. Cosa sta succedendo? Bè, le cose non vanno benissimo, direi. Cioè, sono migliorate, certo. Ma è sempre difficile rassegnarsi al fatto che questa cosa sia successa davvero. E poi il futuro? Il fatto che fosse da inventare, una volta era una garanzia di libertà, di possibilità. Ora un po’ meno. Mette ansia.
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Esatto. Sembra di “correre nel vuoto”, è vero. La sensazione di andare avanti, ma senza regole, di guardar dritto e non domandarsi, sperando che vada bene, che non ci si sfracelli. Funzionerà? Per quanto?
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Capisco. Io all’inizio ero così. Mi sono barricato dentro. Sarò uscito due volte in sedici giorni dal mio “Rifugio”. Mi dicevo “Se sto qui, se stiamo tutti qui, andrà bene. In fondo è facile, su questo non si sbaglia”. Silenzio, fiato trattenuto, attesa. Ma per quanto poteva durare?
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Così ho iniziato a uscire, ogni tanto, a lavorare un po’, ho preso confidenza con la mascherina, con i guanti, con il mondo svuotato. Ma un riparo non c’è. Bisogna accettare il rischio? Per fortuna la vita morde. Quando ascolto questa canzone degli Stones sento la pelle bruciare, un desiderio incontenibile di essere là, fuori, da qualche parte. Devo ignorarla? O invece assecondarla con rabbia?
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“Non sai dirmi come”. Ok, speravo in qualcosa in più. Avrei dovuto assoldare una medium e interrogare il Polpo Paul? Nessuno ha la risposta, bisogna provarci, capito. Però questa mi uccide sempre, l’organo e la ritmica felpata potrebbero tenermi qui dentro tutta la vita, fossilizzato al volante. AOR, musica per adulti, lo so. Ma non è che io sia ormai qualcosa di diverso, è solo che certe volte vado in apnea nella malinconia, scendo, scendo…
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Che non ci fosse il sole me n’ero accorto anche io. Ah, vuoi dire che è la pioggia a tenere il morale sotto la soglia di guardia? Mahh, a me la pioggia non dispiace. Anzi, spesso mi rassicura, mi autorizza a fare le cose che, ok ho capito, le cose che stiamo facendo già da due mesi. Casa, tè caldo, dischi preferiti, naso sulla finestra. Comunque anche il povero Bill se n’è andato in questi giorni. Tutto cambia, anzi, tutto sfila via, scivola sotto gli occhi. Certezze?
Play.
Ecco, questa l’hai centrata. “Non riusciamo a trovare la strada di casa”. Difficile tornare indietro, a quell’indietro che eravamo noi, insieme. Questa è un’altra canzone che mi stende. Penso a quando saltava fuori in “Fandango”, a Kevin Costner giovane, a quella voglia di andare, la polvere in faccia, gli occhi stretti, a me che esco dal cinema. Quella frase sul poster: “in ogni specie vivente c’è una fase di crescita tra l’infanzia e l’età adulta. In molte specie animali capita durante il primo anno di vita…nell’uomo succede subito dopo il college”. Forse è andato tutto troppo veloce.
Play.
Bè, oddio. Non proprio. E poi quante canzoni degli Eagles ho ficcato qui dentro? Disperato no, ma abbiamo visto tempi migliori, questo ce lo puoi concedere anche tu. Diciamo che una piccola dose di ottimismo gratis non guasterebbe. Anche solo la percezione più netta di poter fare le cose comunque. Bisognerà accontentarsi, ma qualche minuscola sicurezza in più sarebbe la benvenuta.
Play.
Ah, bè. Così siamo capaci tutti. Comunque va bene. Ed è un buon modo per finire. Inizio ad avere freddo e non smette di piovere. Brian Wilson mi basta. Se ha tradotto in quel disco i suoi demoni e le sue meraviglie inarrivabili, c’è speranza per tutti. La bellezza è ancora dentro di noi, ci toccherà tradurla in qualche modo.
Stop.
https://www.youtube.com/watch?v=YgGjJP2Fn2g&t=103s
Backdoor riaprirà, si spera presto, e i vinili torneranno a girare
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