(foto di Stefano Blatto)
Miei cari, si ricomincia.
Dal 21 maggio in tutte le librerie,
ma già in vendita al Salone del Libro di Torino
esce MyTunes, il mio nuovo libro.
Sotto trovate una scheda di presentazioni e i contatti “uffciali” per reading, presentazioni, vernissage e amenità assortite
Maurizio Blatto
MyTunes
Come salvare il mondo, una canzone alla volta
Saggi pag. 464- euro 16,00
“Non dimenticare le canzoni che ti hanno fatto piangere e quelle che ti hanno salvato la vita” Morrissey
Mytunes è la prova che le nostre vite sono funzionali alle canzoni. E non il contrario. Ogni parte di noi va a incasellarsi dentro melodie e stacchi di chitarra in perfetto sincrono. “Spiegare” le canzoni è il pretesto per abbandonarsi alla letteratura autobiografica. Dettagli storici e alta fedeltà narrativa. Giornalismo musicale sciolto nella fiction.
MyTunes è la rubrica più seguita della rivista “Rumore”: ne abbiamo raccolto il meglio, interamente ampliato e rivisto. Remixato verrebbe da dire, insieme a una gran parte completamente inedita. Rolling Stones, Belle and Sebastian, Battisti, Johnny Cash, My Bloody Valentine, Neil Young, Smiths e molti altri. Insieme a ricordi liceali, vacanze, rabbie quotidiane e grandi aspirazioni.
A corredo della raccolta, una serie di playlist compilate per farsi largo tra le pagine e diventare piccola colonna sonora quotidiana.
Fidatevi, la musica “è più grande della vita stessa”.
MAURIZIO BLATTO è nato a Torino nel 1966 ed è cresciuto all’interno della sua collezione di dischi. Firma storica della rivista musicale “Rumore”, è rintracciabile ovunque si discuta di pop indipendente inglese. Per Castelvecchi ha pubblicato L’ultimo disco dei Mohicani. È stato definito il “crooner del giornalismo musicale”.
Chiara Ferrero (Ufficio stampa)
c.ferrero@baldinicastoldi.it – tel. 02 94559631 – cel. 342 1405267
Mario Vanni degli Onesti (Social Media)
m.vanni@baldinicastoldi.it – Twitter: @BaldiniCastoldi
MyTunes
77 canzoni e la vita che batte dentro il loro ritmo. La storia musicale e quella dei ricordi che si porta dietro. Come una playlist, una cassetta mista dove basta schiacciare i tasti per ricordarsi chi eri, cosa succedeva e a che velocità. Il punk e le sconfitte calcistiche, l’epica familiare e le aspirazioni liceali. La sezione ritmica è la storia di quei brani, la chitarra solista è il racconto privato che ne scaturisce.
«Se ci ripenso mi vedo sempre là, anche quando l’inverno se n’è andato e la scuola è finita. Con Asleep che gira. Arrivarono le vacanze e progettai con la mia ragazza di andare in Grecia, a girare senza fretta tra le isole Cicladi. Sole, vento, libertà, ma anche gli Smiths, ovviamente. Due giorni prima di partire mi si ruppe il walkman. La semplice prospettiva di non poter ascoltare Asleep per almeno due settimane mi fece prendere in considerazione l’idea di rimandare la partenza. Avevo lo zaino pronto e il cuore vuoto. Non ce la posso fare, mi ripetevo. Sto qui. Poi mi ricordai dell’autoradio. A cassette, ovviamente. Avevo comprato un modello ai limiti dell’immaginabile, soprattutto oggi. Estraibile come tutte quelle dell’epoca, godeva di un insolito benefit: se collocate le pile nell’apposito vano, poteva funzionare come walkman. La casa produttrice forniva anche una sorta di tracolla dagli eleganti colori gialli e neri per consentirne un utilizzo da passeggio. Diventava una specie di borsello con le dimensioni e la pesantezza di un tostapane. Una follia. Tu andavi in giro con questa bestia di metallo e potevi allegramente ascoltare le tue compilation su nastro. Non credo sia mai stata utilizzata in questa modalità. La guardai e pensai “Sarò io il primo”. Andrò sulle spiagge greche in costume e tostapane walkman. Lo farò. Ascolterò Asleep, sono salvo. Comprai le pile e lo collaudai camminando nel corridoio di casa mia. Mi sarei lussato una spalla, questo era certo, ma funzionava egregiamente. Quando esposi il mio progetto, mi inquadrarono per quello che ero, un idiota. La notte prima di partire mi vennero dei dubbi. Forse pesava più il tostapane walkman dell’intero zaino. E se me lo avessero rubato? Poteva risultare un tantino scomodo? Avrei destato perplessità a fare una vacanza a piedi con un’autoradio appesa al collo? Colto da uno sprazzo di lucidità, decisi di abbandonare il mio progetto e mi scrissi su un foglietto le parole di Asleep. Rimasi sveglio e le imparai a memoria.»