11 dicembre-The Verlaines “Death And The Maiden”
https://www.youtube.com/watch?v=P96cFKd4irY
Del pop neozelandese anni ’80 e di come sia giusto considerarlo uno dei grandi miracoli dell’umanità, parlo nel My Tunes (la mia longeva e vergognosamente autobiografica rubrica) del numero di Rumore https://rumoremag.com/ in edicola questo mese. Ma lì racconto i Chills e davvero non potevo immaginare di non dedicare un po’di gloria ai Verlaines, da Dunedin, la terza capitale dell’indie pop mondiale (le altre due? bè, ovviamente Glasgow e Olympia). Death And The Maiden, 1982, è un inno assoluto e questo dovrebbe esservi chiaro dopo averla ascoltata, ma fissiamo insieme alcuni punti fondamentali.
1- l’importanza di alcune domande poste nel testo:
Ti piace Paul Verlaine?
Pioverà oggi?
Dobbiamo fare una foto?
2-sono tutti bellissimi
-Graeme Downes, che canta come un attore maledetto della Nouvelle Vague.
-Jane Dodd, incantevole bassista (oggi produce gioielli. Nel 1982 anche…) -prego andare a 3:48 quando fa il coro.
-la sequenza di volti femminili che scorre da 3:50 in poi. Cinematografia pura.
3-la presenza e l’importanza dei conigli
assolutamente riveriti e accarezzati
4-il tipo in montone e cravatta
a-chi l’ha invitato? (è palesemente fuori contesto)
b-l’aria (stile – eccomi qui, dai che stasera si carica) che assume a 2:20
c-lo sbadiglio da grullo totale a 2:34
d-che fine fa?
5-tutti che ballano benissimo
dai, è vero. Quello sulla finestra, poi. Imbattibile
6-il titolo
lo stesso di un dipinto di Egon Schiele, dove una donna abbraccia uno scheletro. Giocatevela in società, questa.
7-il verso finale
Finirai come Rimbaud
Fatti sparare da
Verlaine, Verlaine, Verlaine, …
che meraviglia.