20 dicembre – Paolo Spaccamonti “Ablazioni”
https://www.youtube.com/watch?v=9QwOuseo4lA
Non mi stancherò mai di ripeterlo, Paolo Spaccamonti è il miglior talento musicale italiano degli ultimi anni.
Nella mia recensione del suo “Volume Quattro” su Rumore dicevo: “Più che sperimentazione, qui c’è alchimia, l’arte di trasformare i dettagli in costruzione, di trasmettere portando via o alternando le briglie della tensione. Un lavoro eccellente per capacità descrittiva. C’è una narrazione pura in tutto Volume Quattro, suggerita anche da titoli efficaci e da un suono che è solo questo”
Ma ho pensato che fosse meglio chiederlo direttamente a lui. Ecco Paolo.
-Descrivi il tuo disco a chi non sa niente di niente
“Volume quattro” è il mio quarto disco solista. A differenza dei precedenti è nato spontaneamente e senza troppo rifletterci. L’idea era di portare dei canovacci in studio e sperimentare, sfruttando diversi amplificatori, microfoni e chitarre d’epoca. Non ci sono ospiti e non ci sono singoli. E’ prevalentemente un disco di chitarre, prodotto dal sound designer Gup Alcaro. Si potrebbe dire che sia un flusso di coscienza, una sorta di concept sull’inverno e sul cambiamento, ma senza parole. Il titolo è un omaggio ai Black Sabbath ed al loro “Volume IV”, ma i paragoni con i miei personali Fab Four si fermano qui”.
-A chi bisognerebbe regalarlo a Natale?
“A chiunque abbia voglia di dedicarsi all’ascolto di un disco, quindi non necessariamente ad amanti della chitarra. Anzi, sarebbe interessante regalarlo a tutti quelli che un pò detestano i dischi di chitarre, me compreso. Ad ogni modo non porrei limiti: per quanto di nicchia, credo di poter affermare che la mia musica sia potenzialmente in grado di arrivare a chiunque”.
-Il regalo che vorresti per Natale
“Un giradischi in cui risuoni “I Had A Wonderful Time” di Daniel Knox all’infinito. Mi sembra una perfetta colonna sonora per questi giorni; risalta l’aspetto più amaro del Natale pur facendoti sorridere. L’assolo di Room Key è un bel sorriso”.