Backdoor Antivirus 26

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Backdoor Antivirus 26

Io sto agli agnolotti come Braccio di Ferro sta agli spinaci.

Quindi ieri sera..

agnolotti

Satollo e goduto, confido finalmente di dormire.

Niente. Assolutamente niente sonno. Capita anche a voi? Un riflesso dell’overdose domestica? Non cammino più e per questo l’altra notte ho sognato che ero di nuovo in caserma, a “fare il militare”?

Dopo un po’ mi arrendo, sono le 3,18. Backdoor, timidamente, prova a muoversi e ci sono un buon numero di spedizioni. Quindi, da cittadino modello quale sono, preparo la mia autocertificazione. Di sicuro a quest’ora mi fermeranno a un posto di blocco.

certificazione

Sono dodici giorni che non metto “il becco” fuori di casa. L’aria fa uno strano effetto.

Salgo in macchina: l’orario di partenza per il lavoro scatta alle 3:54. Esattamente l’ora in cui si va a funghi, o si partiva per le vacanze nel 1976. Farlo per andare a impacchettare il nuovo vinile di Stephen Malkmus è francamente bizzarro. Ma vado.

partenza

 

Come sempre la musica offre spunti di straordinaria saggezza.

Qual’è la prima canzone che parte, dopo la mia cattività di quasi due settimane?

alex-c

Esatto. Free Again. Interpreto il segno di Alex Chilton come una protezione assoluta. Non posso fallire.

Così, ebbro di tanta libertà (che poi, a dirla tutta, io a casa stavo benissimo…) mi butto nel cuore della città deserta.

strada-vuota

Strano, ancora nessun posto di blocco. Ok, lo ammetto, vorrei tanto che mi fermassero. Ho compilato l’autocertificazione con una quantità di dati e precisazioni (dalla visura camerale al voto dell’esame di terza media) che mi piacerebbe poterla sfoggiare. Ma niente. Azzarderei che sono l’unico fesso in movimento in città. Mi guardo in giro, tutto è vuoto e immobile, poi all’improvviso realizzo che sono spariti tutti i monopattini dalla circolazione. Poof! Evaporati. Grazie Alex Chilton, sub signo vincimus!

Comunque raggiungo l’amabile Via Pinelli e il totemico profilo di Backdoor che si specchia su Piazza Barcellona, la notoria “Piazza che non c’è”. Il mercato è transennato, per contingentare gli accessi. La misura è indirizzata soprattutto a regolare la ressa infrangibile di chi va dalla Formaggiaia, vanto e presidio gastronomico locale.

piazza-barcellona

Entro in negozio e mi fa uno strano effetto, come succede a tutti i luoghi un tempo familiari che ora ti domandi “sono sicuri?”, “posso starci come ci sono sempre stato?”.

negozio

Lo guardo così vuoto e, a differenza di quando ci vengo non in orario di apertura o subito dopo le vacanze, un po’ mi rattrista. Mancano i giudizi sugli acquisti della settimana precedente, il giro turistico delle novità, quelli che si intrufolano per caso, con la faccia da Bennato e che poi comprano i Death In June (può succedere), i padri e figlio metallari (questione di gruppo sanguigno), le coppie con la busta della verdura e un usato di jazz che poi infilano tra il sedano e la catalogna. Non ci sono le persone, è ovvio. Chissà per quanto ancora. (Ma non mi mancano per niente quelli che pestano la merda di cane con le scarpe con la suola a carrarmato, in verità. E nemmeno quelli iscritti al fan club di Bon Jovi, che esistono eccome).

Nonostante tutto non mi faccio intimidire, anzi. Dalla mia ho una mascherina post punk in edizione limitata (almeno credo, con download incluso mi auguro), tra In The Flat Field e Unknown Pleasures.

mascherina-post-punk

Lo sguardo è un po’John Lydon periodo “Flowers Of Romance”, me ne rendo conto. Ma io ho un lavoro da compiere e non sono nemmeno le 5 di mattina. Per rispetto ai good old days collettivi e, soprattutto, ai vicini che dormono, non metto nessun disco sul piatto. Attacco i pacchi e divido i Malkmus con la perizia silenziosa di un ninja carbonaro.

Qualche ora dopo, è fatta.

spedizioni

Mi rivesto da Mascherato finto black block che nemmeno Adam Ant oggi, e sono pronto per tornare a casa e ri-tuffarmi in clausura domestica.

visuale-mascherina

Dovremo abituarci a questa specie di mutanda trapezioidale per un po’, temo. Tra l’altro la mia ha un odore inquietante, tipo pelo di cammello. Si piazza nelle narici e non va più via. Niente male. E poi quando toglierò i guanti avrò di sicuro le mani di Topolino, enormi rispetto al corpo. Magari ci cuocio le piadine in mezzo e capitalizzo i risvolti inattesi dell’abbigliamento protettivo.

Però so che ce la faremo. Nei pacchi che stanno partendo (thank you, boyz!) ci sono veri generi di prima necessità. Sicuramente di conforto. Tranquilli a casa, i vostri dischi stanno arrivando. Tenete duro, siamo abituati alle bellezza non lineare, all’imperfezione che luccica, al dorato tra la polvere. Ahia. Mi son fatto prendere la mano e sento che dovrei dire qualcosa di parzialmente definitivo.  Il momento è quello. E allora penso che

I giorni sono come una canzone di Malkmus, belli perché storti, fatti di vento in faccia mentre scordi la chitarra, di camicie che son state eleganti e scarpe da ginnastica bianche che sei riuscito a sporcare il primo giorno…

(Aiuto. Pessima, lo so. Ma, have mercy on me, non ho dormito molto, e questo è il mio grado poetico massimo disponibile per oggi, possiate perdonarmi)

https://www.youtube.com/watch?v=KmPM0dVtNhE

malkmus2

vetrina-back

Backdoor riaprirà, si spera presto, e i vinili torneranno a girare

ma se volete, siamo attivi per le spedizioni!

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