Backdoor Antivirus 41
“E potresti ritrovarti a vivere in una capanna
e potresti ritrovarti dall’altra parte del mondo
e potresti ritrovarti dietro il volante di un’enorme automobile
e potresti ritrovarti in una bella casa, con una bella moglie
e potresti chiedere a te stesso: “beh, come sono arrivato a tutto questo?”
come ci sembrerà il mondo quando inizieremo di nuovo a calpestarlo?
e allora
https://www.youtube.com/watch?v=5IsSpAOD6K8
“lasciando che passino i giorni, fai che l’acqua mi tenga fermo
lasciando che passino i giorni, l’acqua scorrerà sotto terra
di nuovo nella miseria, dopo che i soldi saranno finiti
per una volta nella vita, l’acqua sta scorrendo sotto terra”
Lo riconosceremo subito il nostro mondo là fuori? Ci sembrerà soltanto leggermente diverso, più tetro? Ciò che ci confortava, ora farà paura?
“è tutto uguale a come è sempre stato…
è tutto uguale a come è sempre stato…
è tutto uguale a come è sempre stato…”
Di che cosa canta davvero David Byrne nel 1981? Qualche interpretazione critica dell’epoca:
“una riflessione artistica-pop sulla bomba a orologeria esistenziale del consumismo incontrollato e dell’età che avanza”
“la fatica di vivere la vita secondo le aspettative sociali e di perseguire trofei comunemente accettati (una grande automobile, una bella casa, una bella moglie)”
la versione di Mr. Talking Heads:
“Operiamo mezzi svegli o con il pilota automatico e finiamo con una casa, una famiglia, un lavoro e tutto il resto, e non ci siamo mai davvero fermati a chiederci: come sono arrivato qui?”
Eccola la domanda perfetta “come siamo arrivati qui?”, dove siamo adesso? Li avete fatti i vostri bilanci?
La difficoltà sarà riconoscersi nel proprio scenario, capire che i vecchi gesti ci appariranno scomposti, grotteschi. Sguardo atterrito e movenze ridicole. Esattamente come David Byrne quando balla, geometrico e africano a New York.
Byrne è spaesato.
Ma che cosa significa?
“Che si sente a disagio e privo di punti di riferimento, in quanto si trova fuori dal proprio ambiente abituale”. Appunto.
Gli manca il suo P/paese. Il problema, però, è di maiuscole e minuscole.
Perché a me pare che qui siamo sPaesati, ci manca il Paese nel senso di nazione (maiuscola) e siamo invece imbrigliati in una visione da paese (minuscola). Ho la pessima sensazione che non ci siano regole comuni, precise, augurabilmente efficaci per consentirci di muovere i primi passi in quel mondo che faticheremo a ricordarci come nostro.
La meravigliosa anarchia italiana, la Storia tricolore dei Comuni e le Signorie, i derby costanti, le lotte di campanile, i condottieri delle Regioni, gli Uomini Forti in coda per il proprio turno come in salumeria, con il bigliettino in mano. I confini tradotti in ponti levatoi, la delocalizzazione, i decreti in opposizione, la rincorsa del bagnante in elicottero, la caccia ai terroristi con i panini sulle colline a Pasquetta. L’obbligo delle mascherine che non ci sono, che arriveranno, che proteggono gli altri da te, ma metti quella sottile sotto quella chirurgica, che così sei più sicuro.
Quindi? Metteremo il naso fuori dal portone di casa e proveremo a ritrovarci. Non fra di noi. Ma in mezzo a quel mondo che ci sembrerà differente e distante, quantomeno un metro più in là di dove l’avevamo lasciato. Soli e spaesati.
Same as it ever was
Backdoor riaprirà, si spera presto, e i vinili torneranno a girare
ma se volete, siamo attivi per le spedizioni!
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