Backdoor Antivirus 45
Tedeschi, non fate così.
Mi rivolgo a Voi, perché di olandesi, austriaci, danesi, svedesi e finlandesi so poco. Siete i Paesi Frugali, ho imparato in questi giorni la Grande Metafora. Ecco noi no, “Italiani Sempre Manciare”. Vero. Ma la convivialità a tavola è una delle gioie più grandi al mondo. E so che siamo l’unico popolo che parla di cibo mentre mangia. Ma siamo anche i migliori in questo campo e abbiamo le cose più buone di tutti. Potreste dire lo stesso dell’Inghilterra, tanto per dire?
Tedeschi, non fate così.
Provate a volerci bene davvero. C’è quell’adagio “L’Italia stima la Germania, ma non la ama e la Germania ama l’Italia, ma non la stima”. Credo ci sia poco da aggiungere. Ma dietro a un grande Stato c’è sempre uno Stato così così. Ecco, quello siamo noi. Qualcuno dovrà pur farla quella parte, no? Provate a prenderci singolarmente, uno per uno. L’effetto cambia. Tutti insieme, non ce la potremo fare, mai. Arrendetevi anche voi. Il senso di società, di bene comune, è latitante. Ma non esattamente in quella modalità che ci affibbiate sempre addosso sulle copertine delle vostre riviste. Insomma, non del tutto.
Tedeschi, non fate così.
Vi abbiamo sempre suonato a calcio, ai Mondiali e agli Europei. Tranne l’ultima volta. E come è andata? Non abbiamo semplicemente sbagliato i rigori, tirandoli a lato e lasciando alle riprese video una faccia disperata. Potevamo andare direttamente negli spogliatoi e dirvi “In tema di “rigore”, Voi siete imbattibili. Noi andiamo a fare la doccia”. Invece no, li abbiamo sprecati come dei pagliacci, danzando, da sbruffoni, facendo gesti di cui non sembravano preoccuparci le conseguenze. Non è uno sforzo da poco. Abbiamo consolidato i luoghi comuni su di noi con due belle pallonate da circensi. Converrete, ci vuole impegno.
Tedeschi, non fate così.
Pensate al Mare Adriatico. Ai menù mirati nelle pensioni, al conforto dello Zanza (qualcuno sa perché), alla Romagna che vi versava la birra nei boccali. A quando vi guardavamo baffuti e con i capelli lunghi dietro, i sandali con le calze corte bianche (banale, ma vero, quindi), le camicie finto floreali dei supermercati di Amburgo. Vi abbiamo lasciato essere padroni qui. Vi abbiamo fatto ballare con “Life Is Life” degli Opus, sbevazzando e urlando nella vostra lingua gutturale. Siete stati i benvenuti, qui.
Tedeschi, non fate così.
Ho sempre amato la vostra musica. La meravigliosa Neue Deutsche Welle. I D.A.F., i Palais Schaumburg, gli Einsturzende Neubauten. L’indietronica di Notwist e Lali Puna. Il kraut poi, come avrei fatto senza Neu! e Can? Ho sempre comprato i vostri dischi, questo è un dato di fatto.
Tedeschi, non fate così.
La vostra cultura è Cultura, per carità. Lo sapevo anche quando uscivo dal cinema dopo i film della Von Trotta e sentivo crescere un desiderio inconfessabile di Jerry Calà. Ne ero comunque conscio. Tutti quei filosofi, complimenti. E avete fatto anche i conti con la vostra Storia, e io so bene quanto avremmo da imparare anche noi su quel versante. Quindi non prendetevela se mio nonno, sulla spiaggia di Spotorno, nei primi anni 70, sputava per terra quando sentiva parlare qualcuno di voi tra gli ombrelloni. Aveva fatto la Guerra, aveva visto cose. Ma bisogna andare avanti, riporre fiducia.
Tedeschi, non fate così.
Abbiamo un paio di cugini che vivono da voi, e stanno bene. Sono andato a Dusseldorf e ho declamato un testo di Nick Cave al matrimonio di mia cugina. Siamo stati a Berlino e l’abbiamo trovata affascinante, civile e con tutto il Novecento, gloria e ferite, esposto sotto i nostri occhi. Mia moglie e io abbiamo pranzato almeno tre volte in un ristorante, qui a Torino, di specialità tedesche. Mi è piaciuto il sedano rapa, quel wurstelone lungo come un avambraccio e la birra bianca. Non sono mai stato all’Oktoberfest, ma non mi piacciono nemmeno le giostre. Insomma, spero possiate capire che abbiamo fatto la nostra parte. Quindi.
Tedeschi, non fate così.
Danke
https://www.youtube.com/watch?v=c7B8Rr4mIpg
Per quanto assurdo e incongruente, anzi forse proprio per questo, l’Antivirus di oggi è dedicato a Pancho. Abbiamo saputo stanotte che il Coronavirus se l’è portato via. Un pezzo di Backdoor sgretolato. Non potremo mai più ascoltare un disco di James Brown senza pensare a lui.
Addio amico. Con te se ne va, per sempre, anche il Piastrellista Funky.
Guess I gotta cry, cry, cry
People, let me cry, cry, cry
I’d feel a little bit better
If I cry, cry, cry
(James Brown)
Backdoor riaprirà, si spera presto, e i vinili torneranno a girare
ma se volete, siamo attivi per le spedizioni!
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