Antipasto? Due fette di Playlist, grazie

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Troppo presto? Mai.

C’è già chi pensa al traguardo della playlist di fine anno, ovviamente.

A quali nomi entreranno nel novero de “sì, questo lo metto tra i dieci”.

Così ecco un primo bilancio di dischi meritoveli, firmato nientemeno che da Il Direttore.

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Ducktails

The Flower Lane

Il classico disco che non-se-lo-caga-nessuno. Gia’ un americano che si chiama Mondanile di cognome meriterebbe un premio. Se poi confeziona un pugno di canzoni che non ha paura di flirtare con gli Steely Dan e osa guardare a Paddy McAloon da una disincantata prospettiva slacker, non puoi che applaudire e spellarti le mani.

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Foxygen

We Are the 21st Century Ambassadors of Peace & Magic

Da Westlake Village, California. Un duo che guarda alle pietre che rotolavano con Jagger e Richards negli anni ’70 con la stessa devozione di un bambino che scopre i dischi del fratello maggiore. Ma la loro psichedelia rimane un gesto gentile e disincantato e il calembour di San Francisco una dolcezza da Saturday Looks Good To Me. La summer of love colore pastello.

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Acteurs

Acteurs

Tutti gli ingredienti a posto. Copertina da suggestioni minimal wave, suoni che guardano alla Sheffield dei Cabaret Voltaire e al vuoto spinto londinese dei Raime. Elettronica ancora una volta al servizio di un paesaggio vuoto e asettico. Quanto e’ dolce la contemplazione.

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INC.

No World

La chiamavano witch house. L’R’n’B  che lascia il centro del palcoscenico e si riscopre intimo. E allora non stupisca se in questi suoni si ritrovano spruzzate di new wave e tensioni che guardano più a una pista da ballo. Vuota, afterhours, a luci spente.

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Autre Ne Veut

Anxiety

Quando il restyling degli anni ’80 danza pericolosamente sul filo dell’eccesso e se ne vanta. Una voce che può spiazzare e preferisce terreni più sicuri, uno sguardo sintetico che abbraccia tutti i pre-sintentici dell’era dorata del post craxismo, fino a specchiarsi nella liquidità dei Freur di Doot Doot. Non per tutti, ma rischiando si può rimanere piacevolmente sorpresi

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Sally Shapiro

Somewhere Else

La ninfa dell’Euro pop scandinavo colpisce ancora. Tutto quello che avreste voluto sapere sulle notti in Riviera e il Cocorico’ ma non avete neanche avuto il tempo di chiedere. Il romanticismo dietro il dancefloor come solo lo sguardo tenero di due occhi scandinavi puo’ cogliere. This City’s Local Italo Disco DJ Has A Crush On Me e non c’e’ bisogno di spiegare altro.

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My Bloody Valentine

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Un miracolo.

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Iceage

You’re Nothing

Il post punk come lo insegnerebbero in un corso apposito all’universita’.

Ma con una freschezza e un bersaglio chiari.

Non fa prigionieri e non vuole farne.

Proprio come nel 1981.

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Rhye

Woman

Velluti, luci soffuse e caldo uterino. Everything but The Girl e Sade declinati elegantemente per questi tempi angusti.

Un fascino quasi sovraesposto per canzoni che partono dall’r’nb ma arrivano in camera da letto con sospiri jazz

che leccano le ferrite, dolcemente ma in profondita’.

Da rimanere in cameretta quando fuori piove, meglio se non da soli