Offlaga Disco Pax

Postato il

dal sito degli Offlaga Disco Pax:

odp-sabonis-2003-colori

Il concerto del decennale degli Offlaga Disco Pax a TORINO il 4 Luglio 2013, ecco il programma e gli ospiti

Eccolo qui il nostro tour estivo che riparte alla veloce pieno di appuntamenti importanti. Il primo di questi è a TORINO giovedì 4 Luglio, dove riproporremo in salsa sabauda “Era la prima volta…” dopo la bellissima giornata al Calamita di Cavriago (RE) del 21 Aprile scorso. Abbiamo deciso infatti di riproporre il nostro concerto dedicato al decennale dall’esordio ufficiale del gruppo anche a Torino e Roma, così da permettere a chi non ha potuto raggiungerci al Calamita di poter tentare una seconda opportunità in luoghi più prossimi. La filosofia della giornata torinese del 4 Luglio resterà dunque la stessa: gli eventi inizieranno nella primissima serata (apertura ore 18,30), suoneremo dal vivo tutti i nostri tre album in ordine inverso e troverete assieme a noi alcuni amici e ospiti particolarmente cari: Maurizio Blatto, Paolo Spaccamonti, Giorgio Pilon aka Selfimperfectionist e, udite udite, Andrea Pomini! Al banchetto oltre ai nostri vinili e cd ci saranno poi magliette, poster, adesivi e spillette autoprodotti da noialtri ODP appositamente per celebrare degnamente la ricorrenza, oltre a un mercatino di meraviglie indipendenti. “Era la prima volta…” a Torino si svolgerà nel Cortile della Farmacia, in via Giolitti n° 36 e il biglietto di ingresso sarà a 10 Euro. Questi al momento sono gli orari e gli ospiti confermati. Chi non viene, ora e sempre, è un moderato.

Programma della giornata:

18,30: Apertura porte – dj set
19,00: Maurizio Blatto (Rumoremag, Backdoor rec.) nel monologo: “Io e gli ODP”
19,30: OfflagaDiscoPax in: “Gioco di Società”
20.20: Selfimperfectionist – live
21,30: OfflagaDiscoPax in: “Bachelite”
22,30: Paolo Spaccamonti – live
23.00: OfflagaDiscoPax in: “Socialismo Tascabile”

Sul palco assieme a noi: Andrea Pomini! (i Fichissimi, Disco Drive, Love Boat rec, Rumoremag… e chi più ne ha più ne metta)

Troverete indicazioni, aggiornamenti, biografie artistiche dei nostri ospiti, prevendite, orari, suggerimenti sull’ospitalità e ogni altra cosa serva alla bisogna relativamente all’happening del 4 Luglio sia alla nostra pagina facebook ufficiale che all’evento facebook dedicatogli.



Antipasto? Due fette di Playlist, grazie

Postato il

Troppo presto? Mai.

C’è già chi pensa al traguardo della playlist di fine anno, ovviamente.

A quali nomi entreranno nel novero de “sì, questo lo metto tra i dieci”.

Così ecco un primo bilancio di dischi meritoveli, firmato nientemeno che da Il Direttore.

333

 

 

 

 

 

 

 

 

Ducktails

The Flower Lane

Il classico disco che non-se-lo-caga-nessuno. Gia’ un americano che si chiama Mondanile di cognome meriterebbe un premio. Se poi confeziona un pugno di canzoni che non ha paura di flirtare con gli Steely Dan e osa guardare a Paddy McAloon da una disincantata prospettiva slacker, non puoi che applaudire e spellarti le mani.

foxygen

 

 

 

 

 

 

 

 

Foxygen

We Are the 21st Century Ambassadors of Peace & Magic

Da Westlake Village, California. Un duo che guarda alle pietre che rotolavano con Jagger e Richards negli anni ’70 con la stessa devozione di un bambino che scopre i dischi del fratello maggiore. Ma la loro psichedelia rimane un gesto gentile e disincantato e il calembour di San Francisco una dolcezza da Saturday Looks Good To Me. La summer of love colore pastello.

acteurs-acteurs-review

 

 

 

 

 

 

 

 

Acteurs

Acteurs

Tutti gli ingredienti a posto. Copertina da suggestioni minimal wave, suoni che guardano alla Sheffield dei Cabaret Voltaire e al vuoto spinto londinese dei Raime. Elettronica ancora una volta al servizio di un paesaggio vuoto e asettico. Quanto e’ dolce la contemplazione.

inc.-No-World-Full-Album-Stream

 

 

 

 

 

 

 

 

INC.

No World

La chiamavano witch house. L’R’n’B  che lascia il centro del palcoscenico e si riscopre intimo. E allora non stupisca se in questi suoni si ritrovano spruzzate di new wave e tensioni che guardano più a una pista da ballo. Vuota, afterhours, a luci spente.

Autre-Ne-Veut-Anxiety1-608x608

 

 

 

 

 

 

 

 

Autre Ne Veut

Anxiety

Quando il restyling degli anni ’80 danza pericolosamente sul filo dell’eccesso e se ne vanta. Una voce che può spiazzare e preferisce terreni più sicuri, uno sguardo sintetico che abbraccia tutti i pre-sintentici dell’era dorata del post craxismo, fino a specchiarsi nella liquidità dei Freur di Doot Doot. Non per tutti, ma rischiando si può rimanere piacevolmente sorpresi

shapiro

 

 

 

 

 

 

 

 

Sally Shapiro

Somewhere Else

La ninfa dell’Euro pop scandinavo colpisce ancora. Tutto quello che avreste voluto sapere sulle notti in Riviera e il Cocorico’ ma non avete neanche avuto il tempo di chiedere. Il romanticismo dietro il dancefloor come solo lo sguardo tenero di due occhi scandinavi puo’ cogliere. This City’s Local Italo Disco DJ Has A Crush On Me e non c’e’ bisogno di spiegare altro.

mbv

 

 

 

 

 

 

 

 

My Bloody Valentine

mbv

Un miracolo.

Iceage-Youre-Nothing-608x608

 

 

 

 

 

 

 

 

Iceage

You’re Nothing

Il post punk come lo insegnerebbero in un corso apposito all’universita’.

Ma con una freschezza e un bersaglio chiari.

Non fa prigionieri e non vuole farne.

Proprio come nel 1981.

rhye-woman

 

 

 

 

 

 

 

 

Rhye

Woman

Velluti, luci soffuse e caldo uterino. Everything but The Girl e Sade declinati elegantemente per questi tempi angusti.

Un fascino quasi sovraesposto per canzoni che partono dall’r’nb ma arrivano in camera da letto con sospiri jazz

che leccano le ferrite, dolcemente ma in profondita’.

Da rimanere in cameretta quando fuori piove, meglio se non da soli

 

 


Record Store (the) Day After 2013

Postato il

Grande entusiasmo per il Record Store Day 2013 di Backdoor

in playlist abbiamo

Thomas Guiducci,

accompagnato da Stefano “il Cardinale” Chiappo,

esibizione live in negozio

poco meno di un ‘ora di blues tra Po e Mississippi con chiusura trionfale e cori dei presenti su

Ghostrider In The Sky che si tramuta in una versione folk paludosa di Romagna mia.

Grandioso

DSCN0811

 

DSCN0813

DSCN0815

-il pranzo indoor di Backdoor

più abbondante di un banchetto del villaggio di Asterix, più certificato di un presidio Slowfood:

si segnalano

la milanese in carpione, ampia selezione di formaggi con gorgonzola da top five dell’anno, acciughe al verde, insalata russa con decoro Matinée records, Dolcetto doc, torte salate garantite con ortaggi Poc Ma Bun, cabaret di bignole e pasticceria assortita da paradiso diabetico e fragole in libertà

DSCN0818

 

 

DSCN0827

un ringraziamento ai Sensibles,

https://it-it.facebook.com/thesensibles/app_2405167945

che hanno regalato cinque 7″ ai primi clienti del Record Store Day!

DSCN0830

e un brindisi alla vittoria di Backdoor (ci torneremo)

http://www.lastampa.it/2013/04/19/cronaca/costume/la-musica-ha-un-cuore-di-vinile-quello-di-torino-batte-da-backdoor-ZPRVWOkPbchbQKvrPyIJ0N/pagina.html

DSCN0824

il dj set creativo (una sonorizzazione ipnagogica, un cut up tra le memorie attuali e future degli anni 80) di

Selfimperfectionist/Giorgio Pilon

The Evening. Burning Light!

superbo!

DSCN0845

DSCN0841

DSCN0842

The Aperitivo’s Crowd

DSCN0838

DSCN0848

 

DSCN0851

il bar chiude

DSCN0854

Grazie a tutti quelli che si sono “esibiti” e ai tanti che sono venuti a trovarci nel corso della giornata.

Ci siamo enormemente divertiti

Dedichiamo il nostro Record Store Day ai due ragazzi giovanissimi che in mattinata hanno comprato un vinile di Marvin Gaye e Tammi Terrell e uno di Donny Hathaway. Disapprovano i compagni di classe che scaricano, si sono goduti il live con una birra in mano e hanno lodato lo spirito dei negozi di dischi. Il futuro è loro.

Come dicevano i ballerini sudati del Northern Soul: Keep The Faith!!


Record Store Day 2013 !

Postato il

Sabato 20 Aprile 2013

Backdoor

www.backdoor.torino.it

Via Pinelli 45

Torino

RecordStoreDay2013

 

 

 

 

 

 

Ore 11,30

Solo acustico (blues, folk, r’n’r e Romagna Mia in versione Mississippi)

GUIDUCCI_B-Folk

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 13,30

Indoor picnic Backdoor

(si mangia in negozio: tavola a quadrettoni, cotoletta in carpione, frittata, vino e torta casalinga)

Posti esauriti, spiacenti

Ore 18,00

giorgio

 

 

 

 

 

 

 

The Evening. Burning Light!

selezioni di Selfimperfectionist (Giorgio Pilon)

italo guilty pleasure & ambient bleeps/aperitivo

 

vi aspettiamo!

 


Moz on Mixtape!

Postato il

Ricordate le cassette miste? La fine arte del mixtape? Il desiderio di comunicare chi si era tra un lato A e un lato B?

Le copertine fatte a mano?  I titoli a pennarello?

Lo so, i tempi cambiano. Ma lo spirito rimane e rivive, splendidamente direi, in questo sito

http://www.mixtapefanclub.com/

 

fatevi un giro, ne vale la pena

e se a Pasqua siete a casa, tra uova e dolce pigrizia, bè, godetevi questo:

http://www.mixtapefanclub.com/component/joomgalaxy/Entry-Detail/35-With-Moz-On-Our-Side?Itemid=100?reloaded=true

 

image (1)

 

 

 




futebol

Postato il

sezione Amarcord

Mi è tornato in mano questo libro dopo molto tempo: è una delle cose più divertenti mai scritte sul calcio.

Intervistai l’autore per Il Mucchio Selvaggio (collaborai  con loro per poco tempo – e gratis…- alla sezione “libraria”)

era il 2004

ALEX BELLOS

Futebol parlado

Di Maurizio Blatto

futebol

 

Dagli spalti si leva un coro “Alex! Alex! Alex!”. Tranquilli, non si tessono qui le lodi di Pinturicchio-Del Piero. L’invocazione da curva, piuttosto, è tutta per Alex Bellos, autore di Futebol (edito dalla Baldini Castoldi Dalai): uno dei migliori libri mai scritti sul calcio nonché un’acutissima panoramica sociale sulla nazione carioca. Il Brasile è quel Paese dove la filosofia la fa veramente Socrates a colpi di tacco e dove la sconfitta con l’Uruguay ai Mondiali del 1950 (giocata al Maracanà) viene ancora definita “la nostra Hiroshima”. E Bellos ne è stato, con il suo libro, un cantore superbo. Non potevamo non intervistarlo. Quindi, eccoci. Palla al centro, via.

Com’è nato il libro? Hai sempre vissuto in Brasile?

Sono arrivato in Brasile nel 1998. All’epoca ero stufo del mio lavoro come reporter, speso negli uffici londinesi del Guardian. Non ero mai stato in Brasile prima, ma era un Paese che mi aveva sempre incuriosito e così ho lasciato il mio impiego e sono volato là. Ho iniziato scrivendo articoli come freelance e nel giro di sei mesi sono diventato corrispondente del Guardian per il Brasile. Così, mentre l’idea originaria era di fermarmi un anno, alla fine ci sono stato per cinque. Nel 2000, la Bloomsbury mi ha proposto di scrivere un libro sul calcio. Essendomi sempre occupato di cronaca e approfondimenti ho declinato l’offerta, suggerendo che l’incarico venisse affidato a un vero giornalista sportivo. Subito dopo, però, ho pensato che proprio perché non ero un giornalista sportivo, avrei potuto scrivere un libro interessante. Ho sempre amato il calcio, ma non avevo intenzione di scrivere un libro “di genere”. Ciò che mi interessava era evidenziare come il calcio influenzi la vita culturale e come la cultura si rifletta nel pallone. Pensavo di avere la distanza necessaria per farlo, esattamente perché non avevo mai scritto di sport prima. Così ho firmato il contratto nel Luglio del 2000 e a Maggio 2002 il libro era pronto.

Futebol si apre con la saga dei giocatori brasiliani impiegati nel campionato delle isole Faroe. Marcelo Marcolino e gli altri “esiliati” carioca si dividono tra mercati del pesce, ghiacciate mortali e persino ruoli da panchinari. Ma, alla fine, questa è una storia triste o semplicemente bizzarra?

Non so se sia triste o divertente e non voglio risolvere la questione. Da un certo punto di vista questi brasiliani sono depressi e tristi perchè isolati e incastrati nel freddo, ma è anche vero che, per quanto strano possa sembrare, stanno vivendo i loro sogni. Ho voluto far iniziare il libro dalle Isole Faroe perché ci tenevo a dimostrare quanto potesse essere internazionale la “marca” del football brasiliano, ma anche per cambiare gli stereotipi che avvolgono quella “marca” stessa. In Brasile è molto facile sapere dove finiscono i giocatori, perché sono tutti registrati alla CBF, la Confederecao Brasileira de Futebol, e perché il Placar, una rivista specializzata, pubblica ogni settimana un articolo su un brasiliano che gioca in qualche angolo remoto. Ho scelto le Isole Faroe perché hanno la reputazione di aver le squadre più deboli d’Europa, sono freddissime e anche perché quasi nessuno sa dove siano realmente.

Il calcio, per i brasiliani, assume ancora il vecchio valore del “panem et circenses”? Ha un ruolo nel mantenimento della quiete sociale?

Il calcio fornisce ai brasiliani un senso di comunanza fortissimo, esattamente come il carnevale e la religione. Non so, fra i tre, quale sia il più importante. I brasiliani sono sempre stati meno bellicosi e più accomodanti di tutti i loro cugini sudamericani. Non hanno avuto una guerra d’indipendenza sanguinosa e anche i loro dittatori si sono dimostrati meno violenti rispetto a quelli cileni o argentini. In qualche modo si può sostenere che il calcio abbia aiutato a cambiare radicalmente la nazione. Persino durante la dittatura era concesso esporre striscioni a favore della democrazia negli stadi.

Uno dei punti di forza del tuo libro è la straordinaria galleria di personaggi al limite dell’incredibile. Chi, tra Mauro Shampoo, calciatore, parrucchiere e maschio, il fan club gay del Vila Nova e Padre Santana, guru nero del Vasco da Gama (per tacer degli altri) ti ha sorpreso di più?

Devo dire che scoprire che Aldyr Garcia Schlee, l’uomo che disegnò le magliette della nazionale brasiliana, sia tutt’oggi un tifoso dell’Uruguay, mi ha veramente lasciato di stucco. Non ci si può davvero credere.

Un altro paragrafo memorabile è quello dedicato al Peladao della foresta pluviale, la Grande Partitella, dove al termine di un’infinita serie di eliminatorie si arriva alla Finale, giocata secondo regole amatoriali e affiancata (e in qualche modo, determinata) dalla gara di bellezza delle reginette delle squadre coinvolte nel torneo. E’ questa la miglior metafora di tutto il calcio brasiliano, dove tutti sono coinvolti, uomini e donne, e secondo regole proprie?

Non sono sicuro che la Grande Partitella sia una vera metafora. Piuttosto la riterrei un microcosmo all’interno del Brasile stesso, un concentrato di “brasilità”: amore per il calcio, per le donne, per la burocrazia e per le feste. Penso che Manaus, la capitale della foresta pluviale, esalti ed esasperi le caratteristiche brasiliane, perché è molto isolata e anche dannatamente calda. Tutto è a un punto di bollitura. L’intera faccenda del concorso di bellezza femminile legato al torneo è fantastica perché, senza vergogna alcuna, è assolutamente “politically incorrect”. Alla fine, chi se ne frega, diciamocelo: una competizione di bellezza femminile è molto più eccitante di qualsiasi partita di calcio femminile…

Che cos’è che rende il calcio brasiliano così differente dagli altri e, soprattutto, è davvero il più bello del mondo?

Il calcio, ormai, è così “internazionalizzato” che anche in Italia i brasiliani giocano come gli italiani. Thierry Henry è molto più brasiliano di Elber o Emerson! Quindi, quando li guardi da vicino, non sei più così sicuro che i brasiliani giochino in un modo tutto loro. Ma ciò che è certo è che noi ci aspettiamo che lo facciano e pensiamo che pratichino un calcio differente anche quando, in realtà, non lo fanno affatto. Alla fine, ciò che rende i brasiliani davvero unici è tutta l’esagerazione romantica che gli mettiamo noi sopra. Ma, d’altro canto, il popolo brasiliano è realmente unico. Quando guardi una donna, o anche un uomo, passeggiare lungo Copacabana, cammina “come un brasiliano”. Muove i fianchi in un modo inimitabile, molto più elegante e ritmico di quello di qualsiasi europeo. Ecco, qualcosa di quell’ondeggiare lo puoi trovare nella corsa e nei dribbling di molti giocatori brasiliani. Solo un brasiliano può correre come Ronaldinho, ed è una cosa splendida (ma è anche vero che Emerson non corre come Ronaldinho…).

Sei diventato tifoso di qualche squadra brasiliana in particolare?

Non ho una squadra del cuore. Mi piacciono il Botafogo, il Corinthians e la Fluminense, ma ho mantenuto un approccio da turista e non da tifoso. Comunque detesto il Flamengo e il Vasco da Gama.

E in Inghilterra?

Sono cresciuto in Scozia, ed ero tifoso dell’Heart of Midlothian, la squadra di Edimburgo (e di Pasquale Bruno, ah! ndtg-nota del traduttore granata). Ora che vivo a Londra, la mia squadra è il QPR, i Queens Park Rangers.

Hai in programma un altro libro calcistico?

Non ho alcun progetto al riguardo, ma continuo a scrivere articoli. La maggior parte può esser letta sul mio sito www.futebolthebrazilianwayoflife.com o su www.alexbellos.com. Lì ci sono anche foto che non ho messo nel libro e articoli e interviste di altri giornalisti sul calcio brasiliano.

Segui il calcio italiano? Hai una squadra “di riferimento”?

Non sono tifoso di nessuna squadra italiana in particolare. Seguo quelle dove militano alcuni dei miei giocatori preferiti e mi piace quando i brasiliani si mettono in mostra, come Kakà nel Milan.

La tua passione per il Brasile si estende anche alla musica?

Amo la musica brasiliana. Ho contribuito alla selezione dei brani di un cd di musica brasiliana legata al mondo del calcio. Si chiama Mùsica de Futebol, è edito dalla Mr.Bongo e raccoglie tutti i grandi della musica carioca: Caetano Veloso, Chico Barque, Jorge Ben, Elis Regina e persino Pelè, che canta una sua canzone. L’idea era quella di raccontare la storia della musica brasiliana attraverso il calcio, visto che tutti i grandi della musica brasiliana hanno scritto di football. Ascolto anche un sacco di musica brasiliana moderna, le compilation Favela Chic sono grandi e anche il nuovo lavoro di Marcelo D2 è eccellente.

Scegli un uomo o un’immagine per rappresentare il Brasile intero.

Senza ombra di dubbio, Cotonete. L’uomo sdentato con la pettinatura folle che fa il tifoso di professione, “lavora” nelle strade di San Paolo e vive per i Campionati del Mondo. Lui è totalmente Braziiiiiiiil!